Le Terre di Lorenzo
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I segreti di Borderend

Post has published by Jason M.

Ostiumflammis, che può essere tradotta come “accesso delle fiamme”, era una città sorta in epoca romana nel continente di Elevalia. Esso era stato colonizzato per intero dalle forze latine che avevano sbaragliato le deboli difese dei locali nel 348 d.C. Arretrati nell’arte della guerra, gli abitanti di Elevalia non riuscirono a rallentare l’avanzata romana che così si impadronì dei loro territori, lasciandone però la gestione ai nativi per ovvie questioni: l’eccessiva lontananza da Roma rendeva impossibile un’amministrazione centralizzata come nel resto dell’Impero.

I centurioni inviati come scorta dei funzionari imperiali nel, incuriositi dalla pericolosità della zona, indagarono giorno e notte. Essi convinsero i locali a continuare senza preoccupazione con le loro vite ma, quando i contadini andarono a controllare il raccolto pochi giorni dopo, trovarono una serie di corpi carbonizzati. I funzionari ritornarono subito in patria annunciando l’area attorno ad Ostiumflammis come impossessata dal Diavolo. 

Con la caduta di Roma, l’intero continente di Elevalia divenne indipendente da ogni forma di governo straniero, almeno fino a quando una spedizione proveniente dall’Inghilterra nel 1595 non fece sbarcare decine di plotoni di soldati pronti a colonizzare i pacifici territori di Ostiumflammis e, almeno nella mente di Giacomo I, di tutta Elevalia. L’idea di continuare la politica di espansione di Elisabetta I, portò Giacomo I a conquistare con brutale forza le mura di Ostiumflammis, introducendo la fede anglicana in città (non accolta con scroscianti applausi, questo è certo) che cambiò il nome di Ostiumflammis in Osflame, più facilmente pronunciabile per gli inglesi.

La guarnigione straniera stette per più di un secolo in quelle terre sottomettendo gli abitanti che invocavano un cambiamento, fino a quando, nel 1755, una forte tensione politica non costrinse il governo centrale di Giorgio II a richiamare le truppe in vista della guerra dei 7 anni che avrebbe coinvolto l’intera Europa. Osflame gioiva per la scomparsa degli invasori ma non avrebbe mai pensato che dopo pochi decenni un nuovo condottiero li avrebbe soggiogati: Napoleone, erede del pensiero imperialista romano, bombardò con i cannoni delle sue navi le mura di Osflame e rase al suolo il porto, attuando una sorta di embargo navale forzato. Egli sarebbe potuto entrare senza problemi nella città, priva di difese, ma preferì assediarla e portare allo sfinimento i cittadini finché non si fossero inchinati a lui. Rimase sulla sua nave minacciando con i cannoni le case di Osflame per qualche mese quando il popolo si arrese a lui, invitandolo a entrare pacificamente in città. Napoleone accettò l’offerta, tuttavia non lasciò illeso il patrimonio culturale della città: gli affreschi furono asportati, gli arazzi strappati e le opere trafugate dall’esercito ai suoi comandi per essere portati sulle sue navi e quindi a Parigi. I cittadini disperati e privi di ogni bene chiesero aiuto, ma all’entità sbagliata. Quando si trovarono nel mezzo dell’oceano, le navi di Napoleone affondarono, come attirate sul fondale da una forza sovrannaturale che le portò nelle profondità più oscure. Le opere rubate però fuoriuscirono dai relitti e, trasportate dalla corrente marina, tornarono in pochi mesi sulle coste di Osflame. 

Con la sconfitta di Napoleone a Waterloo nel 1815 le forze francesi abbandonarono le armi e si unirono alla popolazione che, memore del passato bellicoso di questi individui, non accettò questa fusione e spedì le guarnigioni a vivere tra le montagne.

Alla fine dell’800 i soldati francesi, in cerca di minerali preziosi, cercarono grotte ricche di materiale da commerciare, ma durante una spedizione l’ex soldato Jèan Desuàc minò una roccia particolarmente scura e franabile che scoprì un passaggio: un’immensa caverna senza fondo dalla quale usciva un fumo fitto e nero e flebili esalazioni di zolfo. Egli non si rese conto di quello che stava facendo in quel momento: aveva aperto uno degli accessi più grandi dell’Inferno proprio vicino al suo villaggio. Quella notte un manipolo di demoni fuoriuscì da quella che verrà in seguito chiamata “Grotta del fumo” e uccise quasi tutti i soldati francesi, ad eccezione del soldato Desuàc. Egli combatté assiduamente contro gli agenti infernali e ne sconfisse diversi, mettendo in fuga gli altri. Egli, con in mente fisso il volto di uno di quei demoni dagli occhi gialli e la pelle rossa, si addentrò di nascosto nella città di Osflame per vivere in pace i suoi ultimi giorni. Sì, ho detto bene, aveva in mente il volto di un demone: egli fu il primo Helsing ad abitare quei territori.

Con l’arrivo del nuovo secolo e la scomparsa dei soldati francesi, una pacifica delegazione inglese intraprese trattative con i governanti di Osflame per riportare i territori sotto il controllo della corona britannica, rendendola così una colonia con autonomia politica, intraprendendo però ricchi scambi con l’Inghilterra. Fu così che Osflame concluse gli accordi con l’Europa e, per distaccarsi completamente dal suo passato travagliato, cambiò nome e ne adottò uno che rispecchiava la storia di ciò che gli abitanti avevano vissuto. Niente di imposto da stranieri, solo un nome che rievocava ricordi di un’epoca dove erano gli abitanti di Elevalia a decidere il loro fato, quando le montagne erano il confine da non superare per rimanere illesi. Quella città era l’ultimo confine prima del fuoco. La fine del confine o, per chi mi segue, Borderend.

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