Le Terre di Lorenzo
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Nuraghe Diana

Il Nuraghe Diana è un complesso nuragico costiero del II millennio a.C.situato nel comune di Quartu Sant’Elena, nella città metropolitana di Cagliari, in Sardegna. Il Nuraghe è di tipo complesso trilobato, formato cioè da una torre centrale con copertura a cui si aggiungono altre due torri circondate da una cortina muraria. Durante la seconda guerra mondiale sulla sommità della torre principale venne costruito un fortino di avvistamento. Alcune leggende si intrecciano e generano misteriose storie di tesori nascosti dai pirati, come la leggenda della Capitana, l’amata del pirata Mujahid, abbandonata sulla terraferma e condannata ad aspettare il ritorno del suo compagno per tutta la vita. Nella sua permanenza, la piratessa avrebbe nascosto un grande tesoro in un pozzo all’interno della “strana torre” del Nuraghe. Pare che qualcuno si sia addentrato in pericolosi scavi non facendo più ritorno e c’è anche chi parla di una maledizione che porta alla morte chi avrebbe rubato il tesoro.

Questa è l’ultima tappa del mio viaggio di andata; già perchè ho letto, sul mio profilo FB, altre segnalazioni di luoghi misteriosi che voglio assolutamente visitare al ritorno dalla Sardegna. Ieri ho preso un traghetto da Palermo a Cagliari e poi, con il mio fidato fuoristrada, sono giunto qui, a Quartu Sant’Elena, per visitare il Nuraghe Diana. Questa torre, costruita tra l’età del bronzo e quella del ferro, è ormai purtroppo parzialmente crollata. La torre in sé non ha mostrato particolari segni di presenza di demoni, ma è bastato spostare di poco lo sguardo… Come ho letto, in quella zona si parla di un tesoro pirata protetto da una terribile maledizione che ha effetto sui ladri della ricchezza della cosiddetta “Capitana”. Ho quindi esaminato i dintorni della torre e ho trovato, accanto alla costa, l’entrata di una strana grotta. La notte stava calando. Dovevo sbrigarmi.

Mi sono addentrato nella grotta che nel frattempo si faceva sempre più ampia. Dal soffitto e dal pavimento pendevano gigantesche stalattiti e stalagmiti traslucide che creavano spettacolari effetti di luce. Più stavo lì dentro più mi rendevo conto che forse quella era la grotta della leggenda. Dopo diverse ore di camminata (se devo dire la verità non sapevo più da quanto fossi lì dentro) stavo cominciando a non sentire più le gambe e la grotta sembrava non finire più. Ormai sfinito stavo per tornare indietro, quando vidi una sorta di stanza scavata nella roccia: una camera di dimensioni medie con al centro un enorme forziere, colmo di monete d’oro, gioielli e pietre preziose. Quando mi sono avvicinato alla cassa per vederne meglio il contenuto, sono stato assalito da 3 losche figure, che avevo intuito subito fossero demoni, che mi hanno atterrato e tenuto fermo. Uno di loro, dall’aspetto regale, si è avvicinato e mi ha detto che avrei dovuto prendere il tesoro e scappare, oppure morire lì, seduta stante.                                                              Ho quindi deciso di optare per un’altra scelta, la più facile : ho sfilato la pistola dalla fondina che avevo al mio fianco e ho sparato un colpo secco in testa al demone alla mia destra, mentre ho crivellato di colpi in pieno petto quello alla mia sinistra. Il terzo, che ha detto di chiamarsi “la Capitana”, mi ha detto che potevo scappare senza nessuna ripercussione se l’avessi lasciato solo (a questo punto forse dovrei dire lasciata sola). Non so perchè ma ho preferito andarmene. Stavo camminando senza preoccupazioni verso l’uscita, finché non mi sono accorto che la tasca destra della mia giacca sembrava più pesante. Mi sono fermato e ho guardato all’interno. C’era una moneta d’oro. L’ho presa in mano e l’ho guardata per qualche secondo. Avrei dovuto riportarla indietro, ma qualcosa me lo stava impedendo. Volevo quella moneta. Era solo un singolo doblone, non sarebbe cambiato nulla se l’avessi portato con me, e poi non l’avevo nemmeno preso io, probabilmente me lo aveva messo in tasca “la Capitana” mentre stavo uscen…la…la Capitana…la maledizione…no, non potevo: se l’avessi portato via sarei stato tormentato e probabilmente ucciso da quel demone dalla dubbia sessualità. Non potevo permettermi di morire per una stupidaggine del genere! Sono tornato velocemente nella stanza e lì, mi aspettava la demon con un ghigno stampato sul volto. Si è rivolta a me chiedendomi come avessi scoperto il suo trucco, ma ho ignorato la sua domanda e ho fatto scivolare la moneta all’interno della cassa. Non appena la moneta ha toccato il resto del bottino, la mia vista si è schiarita e dal mio petto si è liberato un peso, come una sensazione opprimente che si dileguava. Non mi ero neanche accorto di questi sintomi, probabilmente la maledizione della Capitana non mi permetteva di realizzare cosa mi stesse accadendo. Mi sono girato per vedere che sguardo avrebbe avuto in quel momento la demon ma ho subito scoperto che era scomparsa. Sono uscito molto preoccupato dalla grotta. Era ormai mattina: ero rimasto dentro a quella caverna per tutta la notte. Ho preso la macchina e sono tornato a Cagliari, dove ho preso un traghetto per tornare in Sicilia.

Questa è la conclusione del viaggio (solo quello di andata, non preoccupatevi) che ho intrapreso per visitare i luoghi segnalati da voi, amati Apprendisti Predatori (finalmente vi ho trovato un nome !). Aspettatevi a breve i resoconti del ritorno.

A presto!

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