Le Terre di Lorenzo
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Consonno: città fantasma (Lombardia)

Progetto dell’industriale brianzolo, il Conte Mario Bagno che, nel 1962, volle modificare il piccolo borgo di Consonno in una città del lusso, una sorta di Las Vegas brianzola. La città venne isolata dopo una frana nel 1976 e da quel momento divenne una città fantasma, in tutti i sensi!

Questa è la prima tappa del viaggio che mi porterà a scovare i demoni in tutta Italia. Sono arrivato nei pressi della città con il mio fuoristrada e ho camminato fino ad un edificio che ha attirato la mia attenzione in un qualche modo. Prima di visitare la città mi ero documentato sulla storia della località, per questo sapevo di essermi imbattuto nel lussuoso Hotel Plaza. Questo doveva essere l’hotel dove le persone straricche si riposavano dopo un’intensa e faticosa giornata passata davanti alle slot machine. Quando sono entrato, ad ogni passo qualcosa si rompeva sotto i miei piedi…o forse erano i miei piedi? Beh, con tutti quei frammenti di cemento per terra era difficile a dirsi.

Mi addentrai in ogni stanza dello stabilimento e tutto sembrava nella norma, tranne quel piccolo bottone al secondo piano. Era molto strano: un bottone d’oro, ma completamente lindo e lucido. Era a terra, in bella mostra, posato sopra un pezzo di calcinaccio con una parte di graffito. Incuriosito lo presi in mano ma subito scomparve dal mio palmo, perdendo lentamente una forma concreta e dissolvendosi nell’aria. Ancora pensieroso mi girai e vidi un uomo di spalle, alto circa 1,86, con capelli castano chiaro tagliati corti. L’uomo indossava una giacca alla coreana di un’elegante stoffa color bordeaux, papillon e berretto dello stesso colore, camicia e guanti bianchi e dei pantaloni di vigogna neri. Una vera e propria divisa da facchino. Chiesi con timore chi fosse. Lui si girò. Il suo viso era pallido. Gli si poteva intravedere il teschio attraverso la pelle traslucida del volto, che filtrava la luce del sole con un’inquietante luce verde chiaro. L’uomo mosse la bocca come per presentarsi, ma non uscì il minimo suono dalla sua gola. Ancora più spaventato tentai di avvicinarmi, ma non appena gli fui accanto lui mostrò un’espressione rasserenata e scomparve come il bottone. Aspettate…il bottone…ma certo! Quel bottone apparteneva a lui e, prendendolo da terra, probabilmente è come se glielo avessi ridato. In quella città, di demoni neanche una traccia, ma sono sicuro che ci sono altri fantasmi, bloccati sulla Terra, in attesa che qualcuno li aiuti. Purtroppo però non ho tempo. Devo continuare il mio viaggio.

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